Colon irritabile

 

La sindrome dell’intestino irritabile è il più comune disordine da causa organica sconosciuta che si evidenzia in ambito gastroenterologico. Si tratta di una entità clinica distinta che include un ampio corredo di sintomi senza anomalie precipue all’esame clinico o agli esami diagnostici e senza uno specifico substrato patogenetico. E’ una patologia benigna, ma può arrecare notevole disturbo al paziente alterandone la vita di relazione. Si definisce pure colon spastico e colite mucosa, ma i disordini non solo confinati solamente nel colon e il paziente può presentarsi con sintomi riferibili a qualsiasi parte del tratto gastrointestinale. Il fatto che il paziente spesso mostra ansietà e tensione e può essere depresso induce a ritenere importante fra le cause e le concause di un colon irritabile una azione diretta degli stimoli emotivi sull’aumento della motilità intestinale con esagerazione e distorsione della normale attività motoria del colon che si presenta con onde incoordinate. Secondo i criteri di Roma III , il paziente presenta una sindrome dell’intestino irritabile quando lamenta dolore o fastidio addominale ricorrente , sintomo precipuo della malattia, associato ad almeno due delle condizioni seguenti:

– coesiste una alterazione della frequenza dell’alvo

– coesiste una alterazione della consistenza delle feci

Altro aspetto significativo è la attenuazione o la o scomparsa del dolore con la defecazione. La diagnosi di sindrome da intestino irritabile si pone solo quando si possono escludere alterazioni anatomiche ( defecazione ostruita da prolasso rettale mucoso interno, intussuscezione, rettocele, stenosi organica etc), alterazioni del metabolismo ( iper o ipotiroidismo, iperparatiroidismo ), intolleranza alimentare ( glutine, lattosio etc), malattie infiammatorie intestinali ( m. di Crohn, RCU, colite indeterminata), neoplasie ( cancro del colonretto, carcinoidi, ) pseudo ostruzione intestinale, intolleranza alimentare al glutine, al lattosio o ad altre sostanze. La patogenesi è tuttora sconosciuta e probabilmente più fattori concomitanti ne possono essere responsabili: predisposizione genetica, fattori infiammatori (colite microscopica), ipersensibilità viscerale, alterazione del controllo neuro immunoendocrino, fattori legati al profilo psicologico del paziente. Il sintomo principale è il dolore scatenato spesso dai pasti e alleviato invece dalla defecazione o dalla emissione di gas intestinali. Fastidioso senso di tensione e di distensione addominale si associano al dolore. I paziente con sindrome dell’intestino irritabile si classificano in quattro gruppi:

a) Sindrome dell’intestino irritabile con prevalenza di stipsi (dolore addominale + stipsi)

I pazienti di questo gruppo lamentano l’emissione di feci dure o caprine in una percentuale superiore al 25% delle defecazioni, meno di tre evacuazioni per settimana , sforzi durante la defecazione, senso di svuotamento incompleto al termine della defecazione. Abituale il ricorso ai lassativi.

b) Sindrome dell’intestino irritabile con prevalenza di diarrea (dolore addominale + diarrea)

Le feci sono molli in una percentuale superiore al 25% delle defecazioni. più di tre defecazioni al giorno con urgenza defecatoria, spesso incontinenza e presenza di muco nelle feci.

c) Sindrome dell’intestino irritabile con alvo alterno (dolore addominale + alvo alterno)

d) Sindrome dell’intestino irritabile non classificata in cui non è chiara una prevalenza dell’uno o dell’altro sintomo (stipsi o diarrea)

La diagnosi di sindrome da intestino irritabile viene posta presuntivamente quando i sintomi sopra descritti durano da almeno sei mesi. All’esame clinico del paziente è possibile rilevare una corda coli ( contrattura colica e dolore in fossa iliaca sinistra )e meteorismo. Utili procedure diagnostiche per la diagnosi differenziale sono rappresentate da un esame emocromo, VES e proteina C reattiva, sideremia, sangue occulto nelle feci, in caso di sanguinamento franco dall’ano visita proctologica e/o colonscopia, in caso di diarrea anticorpi anti endomisio e antigliadina ( per escludere la celiachia), dosaggio TSH (ipertiroidismo o ipotiroidismo) , in caso di prevalenza di stipsi dosaggio TSH ( ipotiroidismo) , dosaggio paratormone ( iperparatiroidismo) , glicemia (diabete), defecografia, tempi di transito intestinali. In caso di dolori pelvici dubbi , ecografia e visita specialistica ginecologica.

TERAPIA.

Per il controllo del dolore sono a disposizione vari tipi di spasmolitici:

-Ottilonio bromuro

-Pinaverio bromuro

-Cimetropio bromuro

-Mebeverina

-Trimebutina

Conviene utilizzare quello a cui il paziente risponde meglio e/o alternare i farmaci fra loro.

Il meteorismo può essere combattuto con disinfettanti intestinali e prebiotici che regolarizzano la flora batterica intestinale. In caso di diarrea ridurre il carico alimentare di fibre e alimenti ricchi di fruttosio e sorbitolo. Eventualmente nei casi più severi loperamide. In caso di stipsi lassativi tollerabili a base di macrogol o polietilenglicole. Nei casi più ostinati e difficili da trattare è utile l’utilizzazione di ansiolitici e /o di antidepressivi, ma per la piena accettazione da parte del paziente di questo tipo di farmaci il rapporto fiduciario medico-paziente deve essere ottimale.

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